Lavoratori dipendenti

Il limite di retribuzione per l’accredito di un anno intero di contributi obbligatori e figurativi per i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria è fissato nella misura del 40% del trattamento minimo di pensione in vigore al 1° gennaio dell’anno di riferimento, pari a euro 525,38 per il 2022.

Quindi, per l’anno 2022 la retribuzione minima è di almeno 210,15 euro a settimana e di 10.928 euro annui.

Ciò significa che per un lavoratore dipendente devono essere versati all’Inps contributi (aliquota del 33% suddivisa tra azienda e diretto interessato) per almeno 69 euro alla settimana e 3.606 euro nel corso dell’anno per coprire un anno intero ai fini della pensione.

La retribuzione annua percepita può comunque non consentire l’accredito di un anno intero di contribuzione ai fini pensionistici. La riduzione, in questo caso, viene calcolata in misura proporzionale al versato. 

Ad esempio, un lavoratore part-time per tutto l’anno ha una retribuzione lorda di 8.300 euro. Poiché la legge vuole che i contributi siano versati almeno su 210,15 euro settimanali gli uffici Inps dividono il salario realmente guadagnato e sul quale sono stati pagati i contributi per la cifra settimanale fissa. Il risultato di questa divisione è che il salario dell’interessato copre solo 39 volte il reddito minimo settimanale di 210,15 euro (8.300 diviso 210,15). Perciò gli uffici accrediteranno solo 39 settimane ai fini del diritto alla pensione. Con il risultato che la persona pur avendo avuto un contratto di una durata pari a 12 mesi ne perde 3 ai fini del diritto alla pensione. Per integrare la restante parte il lavoratore dovrà, se lo reputa opportuno, versare i contributi volontari o procedere al riscatto.

Deroghe
Il meccanismo di riduzione appena descritto non trova applicazione ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, agli operai agricoli e agli apprendisti.

Lavoratori autonomi 
Anche le gestioni speciali dei commercianti e artigiani hanno un minimale annuo. Per il 2022 tale valore è pari a 16.243 euro. In queste due gestioni il minimale opera nel senso di determinare la contribuzione minima annua che questi lavoratori devono versare all’Inps anche nel caso in cui l’iscritto produca un reddito inferiore al suddetto minimale.

Ad esempio, se il lavoratore autonomo produce un reddito di 10mila euro annuo, dovrà applicare le aliquote contributive previste non sui 10mila euro ma sul minimale di 16.243 euro.

Deroghe

Coloro che esercitano l’attività di affittacamere ed i produttori di assicurazione di terzo e quarto gruppo iscritti alla Gestione dei commercianti, non sono soggetti all’osservanza del minimale annuo di reddito.

Un particolare sconto sul minimale è altresì previsto per coloro che aderiscono al regime forfettario

 

Lavoratori parasubordinati
Anche la gestione separata dell’Inps prevede un minimale contributivo pari a 16.243 euro annui per il 2022 (ovvero a 1.353,58 euro mensili).

Il sistema del minimale, tuttavia, in questa gestione è diverso rispetto a quello previsto per gli altri fondi previdenziali dei lavoratori autonomi.

La legge prevede che il lavoratore iscritto alla gestione separata ha diritto all’accreditamento di tutti i contributi mensili relativi a ciascun anno solare cui si riferisce il versamento solo se l’importo corrisposto non è inferiore a quello calcolato sul minimale di reddito stabilito degli Artigiani e commercianti. In caso di contribuzione anno inferiore a detto importo, i mesi di assicurazione da accreditare vengono ridotti in proporzione alla somma versata e vengono attribuiti temporalmente al periodo corrispondente a partire da inizio dell’anno solare fino a concorrenza del periodo riconoscibile. L’arrotondamento in questo caso è sempre per difetto.

Ad esempio se un lavoratore ha guadagnato 7 mila euro con un contratto che ha una durata di dodici mesi l’Inps accrediterà solo 5 mesi ai fini pensionistici (7.000€ / 1.353,58€).